Sabato, 27 Luglio 2024

Angelo Garramone Postulatore

Canonico Angelo Garramone - Postulatore della causa - Atti conclusivi

Eccellenze Reverendissime, Autorità, Suore Discepole, popolo di Dio, certamente non si meraviglieranno nel vedermi impacciato e commosso di fronte al compito di dover chiedere la conclusione del processo diocesano sulle virtù eroiche di mons. Raffaello Delle Nocche. I ricordi si affollano alla memoria e non si può rimanere insensibili: dal 1926, in occasione della mia prima Comunione e Confermazione, al 1960. Egli ha seguito me, come tantissimi altri chiamati al sacerdozio, con una cura particolare e paziente, da Buon Pastore; era il Suo metodo. Lo faceva per quelli che si avviavano al sacerdozio, per le anime che hanno voluto consacrarsi coi voti, alla vita religiosa e per una serie innumerevole di laici che, silenziosamente e discretamente, hanno voluto spandere nelle famiglie, nella società e in tutti i settori della vita il 'Senso di Cristo'. Ci è riuscito in modo sovrabbondante, da far capire, con evidente chiarezza, l'inesauribile ricchezza di carità che Lo animava e la inestinguibile fonte da cui attingeva. Questa innumerevole famiglia, che ha avuto la fortuna di chiamarlo Padre, ora chiede che la sua petizione sia inoltrata al giudizio supremo del Santo Padre, alla Sacra Congregazione dei Santi. Quei volumi chiusi nelle casse dicono tanto della vita di mons. Delle Nocche, ma certamente non esauriscono tutta la storia di questo Buon Pastore. Tantissima parte della Sua vita la conosce solo il Cristo, per la profonda umiltà, di cui il Servo di Dio era così assiduo cultore: la conosce la Vergine 'umile ed alta' più che creatura, che Lui cercò di imitare con tenero amore filiale.

Ma vi sono dei fatti che non si possono dimenticare, perché lasciano un solco profondo nella memoria, per cui non si cancellano più: nel 1926, il giorno della mia prima Comunione e Cresima, a cui ci aveva preparati P. Angelo Candons, Monsignore dopo il rito mi pose il braccio sulla spalla, mi guardò negli occhi e mi disse: Angelo, vuoi farti prete? Risposi prontamente: Sì, Monsignore! Sei anni dopo, ero nel seminario di Potenza da un mese, la sera del 1° novembre 1932, mentre Egli mi comunicava la morte di mio padre avvenuta quel giorno, mi incoraggiava col Suo fattivo interessamento scrivendo agli zii negli Stati Uniti ed ottenendo il loro impegno ad aiutarmi.

Ma l'opera delle vocazioni fu una delle tante manifestazioni di un amore alle anime portato fino all'eroismo.

Fin dai primi giorni del Suo arrivo in diocesi seppe conciliare in modo mirabile le ore di preghiera ai piedi del SS.mo Sacramento, con il tempo impiegato allo scrittoio e con i viaggi per le vie disagiate dei paesi della diocesi, nei primi tempi raggiungibili solo con mulattiere. Tanta parte della Sua giornata era riservata alla direzione delle anime, che venivano a Lui dalle varie regioni dell'Italia. Ma vi sono dei fatti tanto significativi, che fanno comprendere la mitezza e la comprensione del Suo animo, che si commuoveva anche al pianto di un bambino, fino a fargli asciugare le lacrime e... il nasino col Suo stesso fazzoletto.

Il colloquio col Signore nella preghiera lo stimolava ad «aver compassione del popolo che seguiva il Signore con fede semplice e sincera, anche se soffriva la fame». Fu questo che spinse mons. Delle Nocche ad incoraggiare validamente i responsabili del Governo per una riforma radicale che portasse ad un benessere sociale la regione più povera d'Italia. In tempi di emergenza volle affrontare viaggi rischiosi per procurare il necessario alle persone di cui si sentiva responsabile, suscitando fra i ferrovieri edificazione e collaborazione, nonostante le immense difficoltà causate dai contrabbandieri.

Il giorno della Sua morte, mentre suonavano le campane, tutti domandavano al postino, che girava per le vie di Tricarico, il perché di quel suono improvviso e prolungato ed egli rispondeva: E morto Monsignore!; lo stesso postino ha affermato che tutti esclamavano: E' morto un Santo!

Era la voce del popolo.

Lo Spirito Santo, che ama con amore infinito la Sua Chiesa, ha suscitato in questi tempi di confusione la luminosa figura di Monsignor Delle Nocche, che, come i raggi del Sole, senza violenza, ma col calore e la luce rianimano dal freddo dell'egoismo ed indicano la via giusta. Ne sia gloria ed infiniti ringraziamenti al Signore.

E mentre ringraziamo le eccellenze Rev.me, le autorità, le Suore Discepole, i componenti del Tribunale e tutto il popolo, sentiamo il dovere di ringraziare altri personaggi autorevoli che con la loro adesione hanno reso ancora più memoranda la conclusione del processo: S.E. mons. Valentino Valiati, arcivescovo emerito di Manfredonia e Vieste; S.E. mons. Martino Scarafile, Vescovo di Castellaneta; S. E. mons. Vincenzo D'Addario, Arcivescovo di Manfredonia; S.E. mons. Domenico Picchirenna, Arcivescovo emerito di Catania; S.E. mons. Antonio Nuzzi, Arcivescovo di Teramo; mons. Biagio Notarangelo, Consigliere Nazionale dei C.D.; on. Rosa lervolino-Russo, Ministro Affari Sociali; S.E. Michele La Gala, Prefetto di Matera.

In corde Jesu semper