Venerdì, 11 Ottobre 2024

Suor Maria Antonietta Mignella

Il Fondatore delle "Discepole di Gesù Eucaristico"
Maestro di vita spirituale
Suor Maria Antonietta Mignella
Superiora generale delle Suore Discepole di Gesù Eucaristico

A nome della Congregazione delle Suore Discepole di Gesù Eucaristico che, a suo tempo, insieme con il Capitolo Cattedrale di Tricarico chiesero l'introduzione della causa, che oggi felicemente si conclude, voglio rivolgere il mio saluto e il mio ringraziamento a tutti i presenti.

Il primo grazie va al Signore, a Lui che è l'autore di ogni bene e di ogni santità, Egli che ha operato incessantemente nella vita di Monsignor Delle Nocche.

Un grazie particolare sento il dovere di rivolgere alla memoria del Vescovo mons. Bruno Pelaia che visse solo cento giorni accanto al Servo di Dio, come suo coadiutore, ed ebbe modo di scoprirne la santità, per cui, accogliendo la richiesta del Capitolo e delle Discepole, appena otto anni dopo la sua santa morte, aprì solennemente il processo; ai Vescovi che si sono succeduti in diocesi nel tempo, mons. Giuseppe Vairo, mons. Carmelo Cassati ed in particolare all'attuale Vescovo mons. Francesco Zerrillo, che fin dal suo ingresso in diocesi ha mostrato affetto e venerazione per il Servo di Dio e si è adoperato, perché la causa concludesse il suo iter; a tutti i membri del Tribunale diocesano che hanno molto lavorato in questi 22 anni durante i quali si è protratta la causa ed in modo particolarissimo a mons. Angelo Mazzarone che, in qualità di giudice delegato, ha avuto la responsabilità di tutto il lavoro e vi ha speso tempo, competenza ed amore filiale per il Servo di Dio.

Un saluto ed un grazie agli Eccellentissimi Vescovi qui presentì, alle autorità civili, ai Sacerdoti, molti dei quali sono cresciuti alla scuola di Mons. Delle Nocche, ed hanno sperimentato la dolcezza del suo paterno amore, a tutto il popolo presente a questa celebrazione.

Sin da quando fu aperto il processo informativo sulle virtù e la fama di santità di Mons. Delle Nocche noi abbiamo rivolto al Signore una preghiera per ottenere la sua glorificazione, perché egli con umiltà e carità molte anime guidò nelle vie del suo amore.

Ogni maestro, ma specialmente il maestro di vita spirituale, insegna non solo e non tanto quello che ha imparato dallo studio, ma ciò che è frutto della sua quotidiana esperienza di vita.

Mons. Delle Nocche conosceva molto bene 'le vie dell'amore di Dio' perché assai per tempo ne aveva imboccata la strada giusta, cioè la strada dell'umiltà.

Il prof. Vittorio Ippolito, nella introduzione ad un libro di lettere pubblicato nel 1973, dopo un'attenta analisi della sua spiritualità scoprì che la radice profonda di tale spiritualità era l'umiltà, una umiltà che egli definì 'osante'.

L'umiltà produce il vuoto di sé in un'anima. In quel vuoto Mons. Delle Nocche accolse tutta la ricchezza dell'amore di Dio che lo fece divenire l'uomo della fede, l'uomo della preghiera, l'uomo della carità.

Egli ha saputo amare molto tutte le persone che ha avvicinate, e non sono state poche lungo il corso della sua esistenza non breve.

Il suo amore non si è espresso in grandi gesti, ma nell'attenzione alle persone piccole e grandi, nell'autentica solidarietà con l'uomo del suo tempo.

Le tue preoccupazioni sono le mie preoccupazioni, le tue gioie sono le mie gioie leggiamo in una delle sue lettere. Queste parole egli poteva dirle con tutta sincerità ad ogni persona che aveva contatto con lui. Lo testimoniano le migliaia di lettere che erano il mezzo abituale del suo apostolato.

A noi Discepole, nate dal suo cuore di Pastore e di Padre, egli ha lasciato in eredità la sua profonda spiritualità eucaristica fondata sull'umiltà e sulla carità.

Leggiamo nelle Costituzioni: Le Discepole, non solo come persone, ma anche come Congregazione, preferiscono l'ultimo posto. «La caratteristica delle Discepole di Gesù Eucaristico deve essere la carità che ha il suo fondamento nell'umiltà, da cui scaturiscono la semplicità e la gioia abituale.

Alle prime che erano giunte a Tricarico il 4 ottobre 1923, per dare inizio alla Congregazione, sei giorni dopo scriveva: Vogliamo essere fedeli alle piccole cose per dimostrare al Signore che se ci chiederà le grandi vogliamo fare anche quelle con il suo aiuto. La fedeltà alle piccole cose! Ecco il segreto della santità!

E' stato questo il segreto della sua santità che non ha avuto manifestazioni clamorose, ma che ha inciso profondamente nelle persone anche quelle che hanno avuto fugaci contatti con lui.

In questi trenta anni che sono trascorsi dalla sua santa morte noi abbiamo scoperto con gioiosa meraviglia che il nostro Fondatore è conosciuto e ricordato e amato da moltissime persone anche negli ambienti più impensati.

Il mondo oggi, come sempre, ha bisogno non tanto di belle parole, quanto di modelli di vita santa.

Il Servo di Dio Raffaello Delle Nocche è un autentico modello di vita per la ricchezza della sua umanità e della sua santità.

E noi vogliamo augurarci che il Signore voglia farlo proclamare presto Santo, per la sua maggior gloria e per la nostra edificazione.

In corde Jesu semper